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Paradise Falls, potreste caderci dentro

La verità, che parola maestosa. Sfuggente, nascosta, confessata, contestata, indubbia, scomoda, inquietante, sacrosanta, intollerabile, imperdonabile, tutta la verità, nient’altro che la verità.

«Ecco, dunque, per iniziare, la Verità su questo posto: Ascoltate la Verità. Abbonda. Ognuno ha una sua verità, e ogni verità è vera agli occhi di chi la guarda, ma tutte le verità individuali sono semplicemente frammenti, e quindi l’unica vera Verità (l’unica verità vera, completa e incrollabile) è la somma e il totale di tutte le giuste, corrette e incomplete verità individuali. Ah, questo posto. È un santo. È una puttana. È tutto».

Un villaggio dell’Ohio (non lo troverete sulla cartina) dove tutto può accadere. Come nella vostra vita. Un gorgo delle migliori e delle peggiori passioni dell’animo umano. Epopea leggendaria di svariate famiglie le cui fortune e disgrazie, amori e tradimenti, credibilità e vergogna s'intrecciano nel corso di 672 pagine di grande e pura, evviva Iddio, letteratura. Paradise Falls. Potreste caderci dentro.

Don Robertson, Paradise Falls. Il paradiso | Nutrimenti | pp. 672 | € 22,00 | traduzione di Nicola Manuppelli

Quando uscì in America nel 1968, il New York Times scrisse:

«Here is a giant novel that invites comparison with War and Peace».

Eppure, l’oblio. Segnatevi questo nome, è sulle labbra di pochi: Don Robertson. Nato nel 1929, morto nel 1999, dimenticato per anni. Autore di diciotto romanzi, acclamato da Stephen King, è stato pubblicato in Italia da Nutrimenti, tradotto da Nicola Manuppelli. Due volumi, Il paradiso e L’inferno, in libreria insieme ad altri tre romanzi dello scrittore americano, L’uomo autentico (con l’introduzione di Stephen King), L’ultima stagione e Julie.

Don Robertson, L'ultima stagione | Nutrimenti | pp. 616 | € 22,00 | traduzione e postfazione di Nicola Manuppelli

Il paradiso. Sappiate che qui, nella contea di Paradise Falls, all’indomani della guerra civile americana, anno del Signore 1865, «tutti vivono nella luce di un singolo Dio, ma è la geografia a determinare come questo Dio venga visto. Dio è lavoro, dice Wilhelm Soeder, il più prospero degli agricoltori tedeschi, Dio è la terra. E Hamos Holiday, il negoziante di Egypt, dice: Dio è quel maledetto fiume che spinge via i dannati sacchi di sabbia dalla diga. E James Perry Blood dice: Al diavolo Dio, facciamoci un altro bicchiere e distribuite le carte. Mentre George Masonbrink commenta: È come se Dio non la smettesse mai di tormentarci e bastonarci. E Isaac (Ike) Underwood dice: Dio è tutto ciò che vogliamo che sia. E ovviamente nessuna di queste affermazioni è falsa. Dopotutto, ci sono così tante verità, e questa benedetta Arcadia imperfetta è abbastanza grande per contenerle tutte. La gioia finisce per annichilire il resto, ma la gioia non è tutto, e così Dio benedica Dio e l’infinita varietà delle Sue terribili creature e dei loro sudori e umori».

El Greco, Laocoonte | 1610-1614 | cm 142x193 | I Maestri del Colore | 1964














I Masonbrink: i primi a stabilirsi in quella che diventò poi la contea di Paradise, «quei poveracci» senza alcun diritto legale sulla terra, «quei discendenti dei veri pioneri (e chi è più un vero pioniere di un primo colono venuto ad abitare in quel luogo e poi macellato), sono rimasti nelle loro piccole fattorie», là sulle colline. «Arrancano, e imprecano, e combattono, e si riproducono, e il resto della contea arriccia le sue labbra collettive e scuote la sua testa collettiva; e la bocca collettiva della contea, ogniqualvolta si accenna ai Masonbrink, di solito emette il suo pesante giudizio che tira in ballo l’Oscenità, il Lassismo e la mancanza della Buona Vecchia Intraprendenza». I Masonbrink odiano Isaac (Ike) Underwood.


Isaac (Ike) Underwood: tutti, o quasi, pensano che il villaggio sia opera sua, tutti gli sono debitori. Vi ricorda qualcuno? State a sentire. Presidente dell’unica banca di Paradise Falls, la Paradise Falls State Bank; presidente dell’unica grande industria della contea, la Paradise Falls Clay Products; editore dell’unico quotidiano in questa parte dello stato, il Paradise Falls Democrat, diretto da un giovane gobbo di nome J.K. Bankson. «Nel 1860, quando J.K. Bankson arrivò per la prima volta a Paradise Falls, ci furono quelli che dissero che non si fidavano di lui, e chi poteva biasimarli? Dopotutto, era deforme, e le deformità a questo mondo sono quasi sempre viste come qualcosa di sinistro e minaccioso». Ma i suoi editoriali piacquero, «ribollivano di rabbia verso il Sud».


Charles Palmer Wells: «Oh, questo Charley Wells, questo grand’uomo venuto a Paradise Falls con le sue elevate ambizioni e una moglie opulenta, oh, il buon Charley Wells, tanto devoto a possibilità e mortalità». Pressoché inutile dirvi di stare attenti, di non fidarvi. Per seguirlo arriverete fino all'ultima pagina, e il bello è che non ne avrete mai abbastanza dei suoi giochetti per battere tutti, compreso Ike.


Tobias G. Frye, il Professore (dottore a Harvard): è lui che insegna a Charles Palmer Wells quel che c’è da sapere sulla vita.

Sull’amore:

«Esercita il tuo amore là dove può avere la possibilità di respirare. Non buttare via il tempo con ciò che è irraggiungibile. Se un determinato Amore ti evita, cancellalo. Seppelliscilo. E poi controlla con gli stivali che la fossa sia ben coperta».

Sulla volontà: si esercita «accettando il modo in cui le cose sono e non il modo in si desidererebbe che fossero».


Sui beni immutabili:

«Io sono un uomo i cui interessi si limitano alla ricerca di cibo, alcol e figa. Questi sono quelli che chiamo beni immutabili. Non hanno niente a che fare con l’Amore, e non hanno niente a che fare con la pietà cristiana; non sono né buoni né cattivi; semplicemente esistono e la loro esistenza dà piacere».

Sui Principi del Cazzo: «I suoi ingredienti principali sono gentilezza e considerazione. Quando inseguo una donna, sono ambiguo e falso ed evasivo, certo, ma mai con intenti loschi. Cosa c’è di così terribile nel dire a una donna le cose che vuole sentirsi dire?».


Nancy Quimby: «L’ex vedova Ferris e ora abbondante seppur provata» sposa di Charley. «In Indiana le sue tette erano state leggendarie». Charley le insegnò a dire «vorrei invece che voglio. Le corresse i tempi verbali. L’addestrò a modulare la voce. La educò a ridere piuttosto che strillare. Sii sempre un po’ leggera, le spiegò. Usa molto le mani. Mostrati indifesa. Fai in modo che gli uomini desiderino fare delle cose per te. Possiamo trarre profitto da questo posto. Già lo sento».


La verità. La contea di Paradise Falls non è soltanto quel luogo ideale per le scampagnate, dove si dice che «lo scorrere di queste acque abbia un effetto decisamente afrodisiaco». A sud est «il fiume si fa più corrotto e minaccioso e impetuoso, riempiendosi di fango, parassiti, castori e alberi morti».


Ferdinand James Purvis: diciassette anni, figlio di Oliver P., il sovrintendente della pubblica istruzione, «scriveva delle poesie per la sua amata Amelia», e i loro abbracci erano casti. «Più avanti, quando si sarebbero sposati, avrebbero avuto tutto il tempo per esplorare i propri corpi. Era un ragazzo magro e non ancora intaccato dalla vita, e le sue poesie erano piene di svenevolezze e sospiri».


James Perry Blood: è il padrone del saloon del villaggio, beve whisky da mattina a sera, «era il rampollo – rovinoso per sé e per gli altri – di una famiglia che era stata forse il più grande motivo d’orgoglio della valle». Una famiglia che «aveva faticato, aveva maneggiato ascia, vanga, zappa e correggiato, aveva costruito, aveva raso al suolo, aveva seminato».


Dozzine di personaggi, buoni a nulla, facoltosi, gran lavoratori, furbi e puttanieri, onesti e farabutti, tutti con la propria verità da raccontare, le ingiustizie subite, gli investimenti azzardati, le partite a poker, i bordelli, le ragioni eterne del potere, del riscatto e della vendetta, della ricchezza e della povertà, tra gli eroi che tornano dalla guerra e i morti da seppellire, tra leggendarie grandi ferrovie in costruzione e miniere di carbone da sfruttare anche a costo di mandare in rovina gli ingenui e gli sprovveduti che si fidano di te, in rovina tutti quanti, oh sì, pur di far soldi, soldi a palate.

150 Years of Photo Journalism | The Hulton Getty Picture Collection | Könemann | pp. 896 | 1995

Leggete Don Robertson e imparerete a conoscerla, tutta questa gente, quella che vi ho presentato e tutta quell'altra che incontrerete lungo queste pagine, o sulla vostra strada. «Si dice che sia impossibile custodire i segreti in un piccolo villaggio. Non è così. Se un segreto è incomprensibile, può essere mantenuto per sempre».



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