eleonora marchiafava
Contro l'imperio della Priorità Cosmica
Aggiornamento: 15 giu 2021
Ieri notte una delle mie due gatte (ma so che sei stata tu, Darla) ha stracciato le ultime pagine del quaderno prendi-appunti/to do list/cazzo che stress/non riuscirò mai a fare tutte queste cose/voglio un maggiordomo/redistribuite equamente la ricchezza.

Erano gli ultimi giorni dell’anno. Fatti a pezzi. Ora, che cosa mi dovevo ricordare di fare? Cosa andava fatto prima e cosa dopo? Priorità! Se non definisci le priorità, sei inefficiente, disorganizzata, disordinata.
E se invece decidessi una volta per tutte che le priorità sono un’invenzione del Diavolo per renderci tutti infelici? Se fondassi un partito rivoluzionario contro l’imperio della Priorità Cosmica? Se ripartissi nel VentiVenti con un atto di ribellione galattica? Se dichiarassi guerra interstellare al livello crescente d’angoscia che mi prende il lunedì? All’insoddisfazione perenne con cui scrosto la muffa dai muri appena sveglia la mattina così che la sera io possa dire di aver portato a termine qualcosa? Al pessimismo fastidio e paura che m'assale pensando al domani?

Nel dubbio, procrastino. Ah, sì, che delizia e che frustrazione procrastinare all’infinito. Potrei farmi un Martini ghiacciato con le olive come Grace* o un cannone con in testa una cuffia giamaicana come Frankie*
mentre programmo un altro viaggio a Londra

per incontrare l’uomo dal cappello con le piume ticchettando lungo Notting Hill con la Guida galattica per gli autostoppisti** sottobraccio.
*Grace and Frankie. Uno dei migliori propositi per l'anno nuovo – a gennaio la settima e ultima stagione su Netflix – se temete o se andate fieri di aver sviluppato una dipendenza da alcol o da droghe, se sapete che cos’è la vera amicizia o se la state ancora cercando,

se apprezzate gli effetti benefici di un vibratore, se vi sembra di aver sbagliato tutto nella vita, se siete stati adottati o se avete fatto coming out in tarda età, se siete stanchi, se vi sentite “come una patata con gli occhi” o se per il vostro compleanno volete festeggiare con palloncini a forma di vagina. Perché le dirompenti settantenni Jane Fonda-Grace e Lily Tomlin-Frankie insegnano a non sprecare la vita in inutili fandonie, a beneficio di svariati giovani e meno giovani sparsi per il pianeta, da San Diego ad Albuzzano.
**Ho preso a leggere il ciclo completo della Guida galattica per gli autostoppisti non soltanto perché è un libro da leggere, ma per un altro cruciale motivo.
Nella “Guida alla Guida” che apre la trilogia in cinque volumi, come l’ha definita incontestabilmente lo stesso autore,
Douglas Adams rivela che «la gente spesso mi chiede cosa può fare per abbandonare il pianeta», che è il motivo cruciale (e di stretta attualità, mi permetto di aggiungere) per cui anch’io mi sono rivolta alle pagine di Douglas. «Così», dice Adams, «ho preparato un breve elenco di consigli».
Riporto testualmente:
«Come abbandonare il pianeta:
1) Telefonate alla NASA al numero 713-483-3111 e spiegate che per voi è cruciale andarvene al più presto;
2) se non collaborano, chiamate qualunque amico abbiate alla Casa Bianca (tel. 202-456-1414) chiedendogli di mettere una buona parola per voi con quelli della NASA;
3) se non avete amici alla Casa Bianca, rivolgetevi al Cremlino (domandando al centralino internazionale di collegarvi con lo 0107-095-295-9051). Nemmeno al Cremlino hanno amici alla Casa Bianca (per lo meno amici di rilievo), però hanno, pare, una certa influenza, quindi vale la pena tentare;
4) se neppure questo funziona, chiamate il papa per chiedergli un consiglio. Risponde al numero 011-39-6-6982, e credo che il suo centralino sia infallibile;
5) se tutti questi tentativi fallissero, fermate un disco volante di passaggio e spiegate che per voi è cruciale partire prima che vi arrivi la bolletta del telefono.»

L’idea di abbandonare il pianeta non è campata per aria. Proseguendo nella lettura, la trilogia in cinque volumi mostra un’incredibile conoscenza della natura umana da parte degli alieni, primo fra tutti Ford Prefect.
«Una delle cose che Ford Prefect aveva sempre trovato difficile comprendere a proposito degli umani era il loro vizio di affermare e ripetere cose assolutamente ovvie, come risultava evidente da frasi quali “Che bella giornata!” o “Come sei alto!” oppure “Oddio, sembra che tu sia appena caduto in un pozzo profondo nove metri: ti sei fatto male?”. In un primo tempo Ford si era fatto una sua teoria per spiegare questo strano comportamento.
Aveva pensato che le bocche degli esseri umani dovessero continuamente esercitarsi a parlare per evitare di rimanere inceppate. Dopo avere osservato e riflettuto alcuni mesi, Ford aveva abbandonato questa teoria per un’altra. Aveva pensato che se gli esseri umani non si esercitavano in continuazione ad aprire e chiudere la bocca, correvano il rischio di cominciare a far lavorare il cervello.
Dopo un po’ aveva abbandonato anche questa teoria, considerandola eccessivamente cinica, e aveva deciso che in fondo gli esseri umani gli piacevano molto, anche se non poteva mai fare a meno di preoccuparsi e disperarsi davanti alla terribile quantità di lacune nella loro conoscenza».